La Santa Sede e i Cattolici dell'Europa Orientale Agli Albori della Guerra Fredda

La dissoluzione dell’Impero Austro–Ungarico e la fine dello zari-smo in Russia costituivano gli elementi dello scenario dell’Europa centro-orientale al termine della Grande guerra. L’estinzione dell’antico impero multietnico veniva, sul piano degli interessi della Chiesa di Roma, controbilanciata dalla pressochè contemporanea fine dell’impero russo. Il compito di baluardo del cattolicesimo nell’Europa anche meridionale che la S. Sede riponeva nell’Austria–Ungheria sembrava, infatti, finito nel momento in cui il principale pericolo, rappresentato da una possibile espansione dell’ortodossia orientale, scompariva per effetto dell’annullamento del binomio zarismo-chiesa russa operato dalla rivoluzione d’ottobre. Con gli stati che succedevano all’Austro–Ungheria, inoltre, il Vaticano riusci a stabilire relazioni diplomatiche capaci di favorire una maggiore li-berta alia Chiesa eliminando gli aspetti più fastidiosi del “giuseppinismo”. Anche in Russia la fine del cesaropapismo rappresentava per gli interessi della S. Sede un evento positivo. Sembravano, infatti, aprirsi spazi per una espansione della Chiesa fino a quel momento preclusi. Attraverso la riunione dei popoli ucraini nell’ambito della Chiesa greco-unita, il Vaticano puntava ad una espansione del cattolicesimo in Russia/ Situazione questa che causó attriti anche con il nuovo stato polacco. Questo periodo che, per l’assenza di centri di potere ostili alia S. Sede, sembrava favorire un’ampia espansione della Chiesa cattolica non durò a lungo. (Részlet a kötet bevezetőjéből)